AHLEUCHATISTAS
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tour in italia
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LINKS:
Ahleuchatistas - Israel
Le date:
10 novembre: BLACK HOUSE BLUES (Avellino)
11 novembre: CANTINA MEDITERRANEO (Frosinone)
12 novembre: JARMUSH CLUB (Caserta)
13 novembre: RESONANZ - Jesi
14 novembre: with Plerotus - MARGOT (Roma)
15 novembre: TAGO MAGO (Massa)
16 novembre: TEATRINO DEGLI ILLUSI (Bologna)
17 novembre: with Vetronova - DAUNTAUN/LEONCAVALLO - (Milano)
in collaborazione con OFF SET
"C'è fuoco e rumore nel loro modo di suonare ma la maggior parte di queste melodie sono anche costellate di virtuosismi che richiedono estrema attenzione e una chiara esecuzione"
Gli Ahleuchatistas sono uno dei nomi di punta della scena musicale compositiva underground americana. Già protegè di John Zorn (due gli album usciti per la Tzadik Rec.) e della Cuneiform Rec. dal 2010 hanno iniziato a suonare nella nuova formazione chitarra (Shane Perlowin) batteria (Ryan Oslance). Le 23 date del tour europeo scorso (31 marzo - 25 aprile 2010) hanno già permesso di collaudare il nuovo sound che si compone di moltissime sfumature tra cui noise, musica africana, ambient/drone, minimalismo, musica tradizionale cinese, musica classica ed elettronica continuando a conservare i propri principi propulsivi: prog-rock, punk e free jazz.
La ricerca sul piano sonoro si struttura modularmente alternando alla composizione la libera improvvisazione grazie alla strettissima intesa tra i due. Già dal 2002, anno della loro formazione, il suono degli Ahleuchatistas non sembrava poter essere definito a parole e le incredibili performance live ("suonano con scioltezza pezzi ingarbugliati come uno studio per piano di Rachmaninov facendoteli sembrare roba facile") tuttora non facilitano la descrizione rendendo necessario l'utilizzo di metafore e perifrasi. L'esperienza dal vivo permette al pubblico la costruzione di potentissime immagini sonore: mura sinistre di suono che si trasformano in dense cavalcate ritmiche, melodie stregate che fluttuano sopra rullate marziali, momenti di fragorosa e sostenuta tensione che si rassegnano ad un urlante silenzio.
Mistici.
The New York Times:
"È una sorta di tiro alla fune musicale che suona tanto frastagliato quanto pieno di grazia"
Indie Eye Network:
"On the Culture Industry, sempre del 2003, grazie a dei tratti distintivi come le solide parti percussive, riff chitarristici pungenti come pugnalate e linee di basso pestate, così come i caratteristici cambi di tempo repentini, tonalità amelodiche e strutture tecnicamente complesse derivative del genere di appartenenza."
The Wire:
"It's a world away from the all or nothing monochrome of lesser acts."
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